Il dipinto
“ Esposizione universale” propone una riflessione dell’artista a sfondo ecologico.Al centro della tela, inquadrata dagli stipiti di una finestra, si staglia, rigidamente frontale, una figura maschile. L’uomo si presenta all’osservatore, come una sagoma arcana ed impenetrabile, elegantemente vestito in giacca e cravatta.La testa, metafora del mondo, è dilaniata da un missile esploso da un aeroplano precipitato.Gli occhi fissi e dilatati, la bocca serrata da una lingua di ghiaccio, le ferite sanguinanti, da cui traggono sostentamento due sanguisughe, i rottami dell’aereo, i comignoli in fumo sconcertano l’osservatore e lo trascinano in una dimensione atemporale e ostile dominata da un silenzio opprimente. Alle sue spalle una presenza misteriosa, indecifrabile, un uomo senza volto, quasi un deus ex machina, che si confonde con il cielo del fondo e osserva dall’alto la devastazione silente che si compie agli occhi dello spettatore.In primo piano una area desertica punteggiata da colline fumanti e percorsa da un fiume in piena di acque torbide e scure.Il soggetto è costruito per antitesi di forme e sembianze: alla piana desertica fanno da contrappunto le due direttrici stradali, al paesaggio naturale-l’artificio delle colline, all’assenza di vita-il brulichio delle sanguisughe in marcia, al nitore di una luce cristallina e tersa-il grigiore di nuvole gravi di fumi tossici, all’azzuro del cielo-il nero del percolato.Il dipinto suggerisce riflessioni di estrema attualità: il rispetto per l’ambiente, l’abuso esercitato dai colletti bianchi, la sopraffazione di sistemi inafferrabili, l’incapacità di svelare l’oppressione e denunciarne la violenza