…Guardò di nuovo le stelle e si rese conto che non sono le stelle a creare la luce , bensì è la luce che crea le stelle...
Marco Landi ,artigiano, ebanista, digital painter. Nasce a pontedera (PI) nel 1966 .Per comprendere parte della sua arte e del suo massaggio, possiamo rifarci alla descrizione del critico Atena Cavallari : " Marco Landi dipinge con tecnica certo elevata e questo è un dato evidente; una manualità consapevole e militante è ben presente nella resa e nei significati di ogni soggetto prescelto. Sarebbe tuttavia un errore pensare che il suo lavoro sia frutto del solo talento, così come analogo azzardo sarebbe presumerlo esito di un processo naturale e senza dubbi. Artista poliedrico di temperamento eclettico e inquieto, Landi si spinge in varie direzioni. Nato maestro ebanista-intagliatore, con la medesima dedizione e trasporto, ha conquistato progressivamente coscienza e capacità di esprimersi attraverso la grafica e la pittura digitale. Un'urgenza, quella della ricerca di nuovi linguaggi, per indagare un universo più vasto in una consapevolezza delle origini che è soprattutto scelta di una posizione nel mondo. Landi esercita la pittura digitale con ponderatezza e disciplinato coinvolgimento passionale, i suoi scatti fotografici sono la sorgente da cui fluisce una complessa manipolazione che non ha mai fretta di essere fissata. Un procedere quasi arcaico di tecnologia e precisione che incarna, trattiene e irradia un saldo impianto morale e un malcelato lirismo autobiografico. Conduce la propria ricerca facendola interferire con il teatro, la danza e la poesia, esplorando in profondità i rapporti tra cultura e immagine contemporanea. Una parola chiara riecheggia con insistenza nel lavoro di Landi: “teatro”, inteso sia come theatrum mundi che come teatro della memoria. L'autore non finge: il suo è un lavoro onesto, lo specchio di una coscienza di acuta e intensa sensibilità, che avverte la violenza della Storia e nella logica dell'abstractio ne denuncia il giogo. Landi sviluppa una complessa riflessione critica sulle latenti e visibili dinamiche all'interno della struttura socioculturale consolidata, muovendosi tra affondi autobiografici e spunti di carattere generale. Viene spontaneo leggere la sua produzione come frammenti di una percezione intima che giunge a dimensione universale evitando l'arroganza di un unico senso. L'artista ricorre ad una forma di linguaggio che accentua il valore emotivo della comunicazione, la figurazione assume valenza simbolica, allusiva a risonanze o dissonanze esistenziali. Astrazione e figurazione si confrontano ed evidenziano la consapevolezza dell'artista rispetto all'autonomia del suo linguaggio espressivo ed emozionale; come pure il trattamento delle superfici sul fondo è una paziente tessitura di tracce, sono impronte del vissuto che affiorano come trame di antichi graffi, fratturate e corrugate come da atavici attriti. L'impatto visivo risulta forte, la pittura è pervasa di tensione e anticipa una deflagrazione dirompente. La pittura digitale di Landi sintetizza quello che si affaccia sulla scena dell'arte figurativa contemporanea, sempre alla ricerca di una medietà tra le strutture del profondo e i miracoli della superficie digitale. "