Il sesto pezzo è la tavola forse più imperscrutabile. Rappresentazione che si offre ad una vasta interpretazione ,poiché ricca di significati , palesi ed occulti. Il maestro rappresenta qui, a modo suo, quell’animale mitologico che trova spazio in ognuno di noi e che genera per estensione i nostri sogni più reconditi . L’essere in questione è “ Chimera”. Creatura mitologica ed eterogenea ,descritta da Omero,con fattezze di leone,capra e drago. Il nostro interesse più che formale è speculativo .E per fare ciò e rendere l’idea su cosa stiamo cercando, non vi è definizione migliore di quella che fa la Morel nel suo particolare dizionario dei simboli : “Mostro ibrido,Chimera è il simbolo dell’irrealtà e della pericolosità delle fantasie e delle illusioni. Evocando le creature fantastiche generate dall’inconscio,il termine “chimera “ passato nel linguaggio corrente ,designa l’immaginario opposto al reale .Esso esprime il pericolo di prendere i propri sogni per delle realtà,di credere alla facilità dell’illusione ,per sfuggire a una realtà a volte difficile da sopportare”.Così ,Woodns col suo pennello e con le sue visioni oniriche assembla la sua particolare creatura . Un essere ambiguo dal volto femminile , e con accessori maschili e felini. La barba nera e folta che incornicia il viso ed un pizzo bianco triangolare che sporge dal mento , bianche sono anche le vibrisse da gatto che protendono verso l’esterno. Il tronco è formato dal corpo di un uccello ; questi sembra formare uno scialle svolazzante ed insieme alla gonna di piume di pavone ,conferisce al personaggio movimento .Un andatura goffa e leggiadra allo stesso tempo. Il portamento impacciato è dovuto a quel demone cornuto, che il” curioso essere “ reca, come un pesante fardello dietro le spalle incedendo lungo un sentiero ,rappresentato in rosa. Procedendo nel suo cammino ,incappa in un volto di pietra . L’ibrida creatura ,sembra essere di proposito noncurante a questo incontro, e volge volutamente il suo sguardo ammaliatore verso noi , fingendo indifferenza nei confronti di quel masso scolpito . La scultura di pietra è immobile ed orientata ,verso quell’ indecifrabile geroglifico innanzi a se. Una scritta arcana e di difficile interpretazione . Questo tavoletta, dovrebbe cronologicamente trovare posto successivamente al dipinto “ Come vele nel mare della vita “ dove usciti indenni dalla lotta col vorticoso mondo esterno , si inizia un nuovo conflitto , una nuova guerra ,quella tra la proiezione dei sogni e la nuova condizione ormai affermata della realtà. Pronti ad essere traditi e a tradire le nostre stesse illusioni. L’inganno o tradimento sotto tutti i sui aspetti è il tema manifesto di questa rappresentazione è messo in risalto anche dalla titolazione stessa dell’opera. Opera che visti gli elementi ed i riferimenti contenuti in essa ,potrebbe benissimo assumere anche la connotazione di “ Tavola Omerica” . Oltre al soggetto principale ,che è chimera scorporando la figura ,ci accorgiamo che il volto umano ed il tronco d’uccello ,presi insieme vanno a costituire un'altra creatura mitologica descritta dal narratore nell’Odissea e cioè “ Sirena” . Per l’appunto prima dell’accezione popolare di donna dal corpo di pesce , le sirene venivano rappresentate come donne uccello. Ammaliatrici ,e pericolose nel contempo, rappresentano la personificazione della tentazione. Ma l’ elemento più importante è proprio la rappresentazione del poeta greco,e cioè quella faccia di pietra barbuta,che ricorda molto” il ritratto immaginario di Omero” riproduzione romana del II secolo d.c. ,conservato al Luovre”. Interessante è comprendere il significato etimologico del nome Omero: Esso deriva dal greco, ed è formato dalle parole “ o mè oròn” e cioè “Colui che non vede” . In effetti questo aedo dalla biografia incerta, viene spesso considerato cieco. E la cecità nel mondo antico veniva associata alla sacralità ,alla profezia ed alla saggezza. Abbiamo quindi appurato ,come questo dipinto , sia ricco di simboli e contenuti esoterici .Allegorie che in parte abbiamo preso in esame e disquisito ed altri tralasciato , come ad esempio gli accessori del volto di chimera , la corona ,la livrea di piume di pavone , la scritta misteriosa che appare in primo piano,ed anche quel grande masso figurato che punta lo sguardo verso il cielo, collocato al di sopra della testa omerica .Il motivo della nostra diserzione, è voluto .In “primis” perché l’argomento è troppo vasto per essere affrontato in questa sede. Si potrebbe scrivere un tomo su questo quadro; in seconda istanza perché si vuole lasciare una porta aperta alla discussione ed alla soggettività interpretativa. Per concludere possiamo affermare che la palesata visione di questa incisione mostra ed ammonisce , su come sia facile prendere abbagli ,attratti dalle illusioni ed esortati spesse volte dalla vanità.
F.B.W.
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